sabato 12 aprile 2014

Recensione: Hotel, Mino Pica


Genere: 
Narrativa

Trama:
Un uomo si ferma davanti alla porta automatica, posa i bagagli per terra nell'attesa che si apra. Poi varca l'ingresso e con lo sguardo cerca di orientarsi per individuare la reception. Individuato il personale di ricevimento, che cordialmente lo attende con un sorriso, attraversa con un passo deciso la hall ed è lì, pronto a prendere possesso della sua camera, del suo spazio di isolamento, del suo angolo di separazione dal mondo e dalla confusione. Consegna il documento. Si prendono la sua identità. Gliela restituiranno alla fine del soggiorno.
Ma quell'uomo non ne ha bisogno, perché in quell'hotel lui sta cercando di riappropriarsi proprio di se stesso. Al di là di ogni pezzo di carta che lo attesti o meno. Prende quindi la sua chiave, si chiude la porta alle spalle ed è nella sua camera. Si ferma eppure è proprio in quel momento che il suo viaggio è iniziato.
Benvenuto in Hotel, una pausa rigenerante nel viaggio burrascoso della vita, una possibilità ricettiva che fornisce alloggi a identità soffocate da un sistema contemporaneo esterno che non lascia fiato. Hotel è la metafora dell'esistenza umana. Hotel è un viaggio dentro se stessi, alla ricerca di un recesso in cui possa albergare lo spirito umano che ha bisogno di ritrovare la sua essenza. 

Commento:
Leggendo la trama di questo romanzo, ci si potrebbe aspettare un libro di tipo diverso, magari incentrato su un singolo protagonista che, giunto nella sua camera d'albergo, si ferma a riflettere sulla sua esistenza. E' invece il sottotitolo, Camere di riflessione, quello che dà veramente un'idea di ciò che il romanzo di Mino Pica tratta.
Nel suo Hotel, infatti, non c'è un protagonista da seguire nelle sue mille peripezie, ma ci si ritrova in un piccolo universo in cui è facile perdersi ma soprattutto ritrovarsi, dove le riflessioni - sui più disparati argomenti - sono quelle dell'autore, quelle del suo personaggio, ma anche quelle di ciascuno di noi.
Accompagnati in ogni singola stanza da un differente brano musicale, che l'autore associa al capitolo chiedendo al lettore esplicitamente di ascoltarlo durante la lettura, questo libro si rivela una sorta di guida, che aiuta a riflettere sulle tante stranezze che la società moderna ci propone e che ci sembrano ormai normali, pur se di normale non hanno nulla!
Dagli eccessi di facebook al consumismo, dal senso di solitudine alla nostra unicità, perché "non c'è aggettivo migliore di questo, anche se non ci basta mai", l'autore ci porta a riflettere sulle debolezze ma anche sulle virtù dell'uomo di oggi, con viaggi brevi ed a tratti poetici, a volte molto introspettivi.
Un libro particolare, che si distingue di certo dai tanti romanzi disponibili oggi, anche per la particolarissima colonna sonora che lo accompagna, e che ha bisogno, forse, di più di una lettura affinché ne venga colto in pieno il senso. 
(Maria Guidi) 

1 commento:

  1. Bel libro Hotel. L'ho letto dapprima perché in hotel ci ho passato metà della mia vita, poi perché mi hanno attirato i ritmi che battono tra le sue pagine, e, infine, perché, come tutti i libri di Lupo, era irresistibile solo a guardarlo!

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