Oggi, cari lettori, vi regaliamo due note di viaggio...
22
marzo – Gauchos e feste popolari
Prima
di continuare con queste note di viaggio, e sempre senza dimenticare
che siamo qui per scrivere un saggio sulla felicità, dobbiamo rubare
un paio di righe dalla vostra attenzione per ringraziare la redazione
Lupo, la quale, come è noto a molti soprattutto nella nostra Italia
del sud, ma anche nel resto del mondo, si dedica con passione, e
oserei dire, con l'anima e con il corpo, alla difficile missione di
una casa editrice vera, vale a dire, una che divulga cultura e che
apprezza il bello in tutte le sue forme, e, non dimentichiamolo, che
mi ha dato la possibilità di fare quello che sto facendo.
Dopo
questo doveroso ringraziamento, possiamo parlare della donna più
bella del mondo, la contessa Laetitia D'Arenberg: facciamo finta per
un momento che non esista internet e che per sapere di chi si tratta
siate costretti a leggere quanto segue, ad ascoltare qualcuno che ve
lo racconta e rendiamo giustizia, giacché siamo in tema di
riconoscimenti, all'antica arte di raccontare e a quella ben più
complicata di saper ascoltare come si faceva una volta quando c'erano
più camini e meno telefonini. Ammettiamo anche che ascoltare è più
bello di raccontare perché mentre pensiamo a quali parole scegliere
ci perdiamo il meglio della nostra storia, ma per ogni cosa purtroppo
ci sono tanti lati positivi quanti negativi, ecco un'altra legge
inoppugnabile della nostra piccola vita, piccola, badate bene, solo
se la mettiamo al confronto con l'eternità che la precede, ma
immensa mentre la viviamo, o la descriviamo.
Oggi
nel centro di Montevideo sono arrivati i Gauchos, si
tratterebbe degli abitanti originari di queste terre, oggi scomparsi
nei limiti dell'urbanizzazione ma ancora presenti appena si esce
dalla città, tanto che c'è chi dice che il vero Uruguay è fatto di
pascoli e gauchos, cavalli, odore di letame che normalmente ci
farebbe pensare ai gabinetti o a cose delle quali è meglio non
parlare poiché a quanto pare questi report si leggono anche a ora di
pranzo. Plaza Independencia e Avenida 18 de Julio comunque erano
piene di carri e cavalli, con le bardature tipiche, dalle facce dei
cavalieri si poteva intuire che si trattava di gente di campo, dura,
ruvida, con il coltello infilato nella cintura, noialtri ci sentivamo
inutili con le nostre penne a scatto e i nostri giornali in mano,
c'erano i fotografi di un paio di emittenti locali, una banda pronta
per suonare le marce tipiche, le stesse che cantano i cosiddetti
payadores, oggi quasi scomparsi, improvvisatori di tango e di
amore.
I Gauchos |
Da
una delle carrozze, la contessa D'Arenberg, ricca ereditiera
di
origini belghe trapiantata in Uruguay da tanti anni e proprietaria di
metà del Paese, e questa volta ci piace scrivere Paese con la p
maiuscola proprio per rendere omaggio alla grandezza di questa terra,
ci saluta e ci parla in francese, la qual cosa, risveglia nel ventre
di chi scrive una certa galanteria placata dalla lontananza dalla
propria compagna ma sempre
piacevole quando si tratta di apprezzare
l'eleganza di una bella signora e ravvivare il suo sorriso come
quando si getta acqua pulita su un fiore di geranio. Anche questa è
una forma di felicità, bisogna pur ammettere che essere fedeli non
ci obbliga a negare un sorriso o un complimento a una persona di una
certa età, che, per ragioni diffuse tra gli uomini pigri, non ne
riceverebbe alcuno.
Contessa D'Arenberg |
Quindi
ecco un consiglio che daremmo a chi vuole diffondere felicità o
mettersi a dieta: regalate il cioccolatino che vi servono con il
caffè, diffondete la felicità sulle labbra, annaffiando i sorrisi
delle signore come se fossero gerani prima secchi e poi ravvivati e
rossi, non sarà un caso che l'amore sia rappresentato nei
disegni dei bambini con il colore rosso!
La
manifestazione, per tornare ai gauchos, era organizzata dalla
Sociedad Criolla, fondata nel maggio 1894 per preservare la
tradizione e rivalorizzare la figura del
Gaucho, quello che in
America del nord chiamano cowboy e che tutti conosciamo grazie ai
film western americani, i quali, tanto per divagare ancora, non
sarebbero stati gli stessi senza il genio di Sergio Leone e le
musiche di Ennio Morricone.
Banda Criolla |
In
quanto alle fotografie in allegato, noterete che purtroppo non
rendono molto bene l'odore forte dei campi e della vita reale che i
gauchos si portavano addosso, un po' perché molti di noi, meno
fortunati, non lo hanno mai sentito e non saprebbero di cosa stiamo
parlando e un po' perché, come sempre, mentre si racconta qualcosa
si rischia di commettere l'errore più comune in questi casi:
dimenticarsene.
Gauchos |
Murales Calle Sarandi |
Il
Barrio Palermo è uno dei quartieri più vecchi e caratteristici di
questa città, uno di quelli in cui la parrilla
costa la metà e la gente beve mate
davanti alla porta di casa, con le mani appoggiate agli schienali
delle sedie di legno scricchiolanti. Di notte è diverso, di notte
girano brutte facce che scontano il peccato della miseria e non
possono convincerti della loro innocenza se non vinci quella naturale
e istintiva paura di ciò che non conosci e ti avvicini per capire
cosa diavolo cerchino di afferrare sul fondo di quel bidone. I
chioschi che di giorno vendono le caramelle e i biglietti della
lotteria, a una certa ora spacciano alcolici economici per i
mendicanti, sempre numerosi nelle grandi città, inutile la loro
povertà, che potrebbe non esistere. Ma è inutile anche parlare di
ciò che non ci compete quando stiamo solo scrivendo una banale nota
di viaggio.
Il
mio programma quotidiano comunque è molto rigido, lo stesso che
seguo a casa, dieci, quindici ore, divise in tre bar-ufficio più o
meno, con la differenza che qui ci sono le palme e ho molta più
scelta per i bar-ufficio, ad esempio oggi ho lavorato nella
biblioteca, che non è come me l'ero immaginata: all'interno si
tengono lezioni di pittura e di musica, c'è un patio luminoso e,
dall'altra parte del patio, un piccolo bar per gli studenti. Tu sei
uno studente? mi ha chiesto il padrone del bar. Certo, non si vede?
Mi sembri un po' fuori corso, ha risposto il padrone del bar. Sono
stato rimandato quindici volte, ma perché me lo chiedi? Perché
questo è un bar per gli studenti, tu non sei uno studente? Siamo
andati avanti dieci minuti, poi si è convinto e mi ha lasciato
occupare il tavolino vicino alla finestra, che era un banco di
scuola, un vero banco di una vera scuola! e io sono ritornato bambino
per qualche ora.
Ora
vi scrivo per rassicurarvi, giacché qualcuno mi aveva dato una
settimana di vita, terrorizzato, non portare la macchina fotografica,
non portare gli occhiali nuovi, ma non ci vedo senza! non portare il
telefonino, è un telefonino da 19 euro, non me lo ruberà nessuno!
non fa niente, non portare nulla con te, neanche questa! questa è la
mia borsa da lavoro, ci tengo tutti i miei appunti, le penne, qualche
libro, non me ne separo mai, d'accordo, portati la tua bella borsa di
pelle e fattela rubare! lo sai che in America rubano le borse ai
turisti, questa mi sembra la canzone sui coccodrilli, ecco, e
un'altra serie di raccomandazioni di questo genere, che, comunque,
impartite da chi ti vuole bene, come tuo fratello o la tua compagna
di vita, hanno un suono dolce quando ti ritornano in mente.
Vi
scrivo velocemente, quindi, perché voglio ritornare al terzo
bar-ufficio e proseguire con la versione in spagnolo del nostro
saggio sulla felicità, il libro più strano che abbia mai scritto,
soprattutto perché non lo sto scrivendo da solo ma con una schiera
di persone che mi sono vicine e che credono in questa missione.
Quando ho telefonato a Cosimo Lupo per dirgli che sarei partito alla
ricerca della felicità, e lui mi ha risposto che insieme a me
sarebbe partito un paese intero, il paese della filosofia, ho capito
che la mia idea non era poi tanto matta e che la felicità era ancora
una bella malattia contagiosa...
Riflettendoci
bene, da un punto di vista burocratico, dopo aver ottenuto il
permesso degli uffici competenti, avrei potuto comprare un biglietto
e tornarmene a Nizza dalla mia Anisetta! Ma ho deciso di restare per
osservare la città e le persone che incontro ogni giorno, e scrivere
qualcosa che abbia un senso. La seconda ragione per cui sono rimasto
è perché, appena completo la versione in spagnolo, incontrerò il
Presidente di persona per parlarne finalmente con lui.
Oggi
fa freddo, è incominciato l'autunno, gli allarmi delle automobili in
fila lungo i marciapiedi dissestati sembrano impazziti per la pioggia
e il vento forti, suonano a tutte le ore ma nessuno ci fa caso,
dunque, a cosa servono infine questi allarmi?
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