Nei
mesi concitati degli avvicendamenti politici su scala nazionale e
locale, in questa fase di profondo rinnovamento degli spazi e dei
linguaggi dello scontro elettorale, anche l’editoria italiana è
alle prese con una funambolica attività redazionale per lanciare sul
mercato prodotti che aiutino a comprendere, leggere e districarsi in
questo frangente così concitato della nostra vita pubblica. Tuttavia
tra le curiosità che popolano gli scaffali delle librerie nostrane,
è uscito nel giugno scorso, per conto di Lupo Editore, un singolare
esperimento letterario che si pone a metà strada tra la divulgazione
filosofica e l’ars politica.
Il libro si intitola Vota
Socrate e costituisce la
prima fatica di Ada Fiore, docente di filosofia, e, non a caso,
sindaco di Corigliano d’Otranto, piccolo comune della Grecia
Salentina, noto alle cronache italiane e internazionali come il
Comune più filosofico d’Italia.
Il
libro favoleggia un incontro/scontro tra Titani alle porte del
Paradiso: Socrate, tra i maggiori pensatori della tradizione classica
greca, e San Pietro, esponente di spicco della cristianità radicale
e primo vicario di Cristo, si trovano, loro malgrado, a discorrere di
vizi privati e pubbliche virtù davanti a un mondo contemporaneo che
sembra sempre più destinato alla deriva. Il dialogo appassionante
che li coinvolge sembra prospettare davvero, per la prima volta, una
soluzione ai tanti problemi che attanagliano la nostra società.
Ne
parliamo con l’autrice, Ada Fiore, a pochi mesi dall’uscita nelle
librerie italiane.
D:
Ada Fiore, ci permetta, tanto per rompere il ghiaccio, una domanda
provocatoria. Lei è notoriamente un sindaco di centro-sinistra:
cos’è, il suo partito ha esaurito tutti i candidati possibili e
adesso lei se n’è inventato uno nuovo, recuperandolo dal passato?
R:
La necessità è proprio trovare qualcuno che dica e soprattutto
faccia “qualcosa di sinistra”.
D:
A parte gli scherzi. Con Vota
Socrate lei pare invitare
la società a tornare ai valori originari della politica. Crede che
oggi questo passo sia necessario?
R:
La politica dovrebbe recuperare la
sua missione fondamentale e cioè elaborare una visione del
mondo in grado di affrontare le vere sfide di questi tempi, e
invece oggi si accontenta di vivere alla giornata,
inseguendo lo spot elettorale in grado di far aumentare il sondaggio
commissionato
D:
Perché Vota Socrate?
R:
Perché c’è bisogno di una vera
rivoluzione delle coscienze. Non ci si può accontentare di vivere
assecondando e giustificando atteggiamenti “ignobili”. Abbiamo
bisogno di una sorta di catarsi dei nostri comportamenti , delle
nostre abitudini, dei nostri stili di vita, dei nostri pensieri. Voto
Socrate per avviare una campagna elettorale che mi piace definire
ethos-compatibile.
D:
A dispetto del titolo, però, il suo non è un libro che parla solo
di politica. Anzi, la figura di Socrate le permette di discorrere di
filosofia che è la sua attività principale...
R:
La filosofia è il mezzo da utilizzare per avviare la rivoluzione. È
l’arma privilegiata per colpire l’animo umano. Ed essere colpiti
dalla filosofia è la sensazione più bella che si possa vivere
perché ti consente di acquisire strumenti importanti oramai dismessi
dalla società del conformismo e della massificazione.
D:
A chi è rivolto, allora, questo testo? Per chi lo ha pensato e qual
è l’intento che sta alla base? Ci racconti la genesi di
quest’opera.
R:
Il testo non ha un destinatario privilegiato. In realtà è stato
pensato per sfatare alcuni miti. In primo luogo quello che la
filosofia debba vivere chiusa “nelle torri d’avorio”; in
secondo luogo che sia una disciplina difficile; e infine che non
serva a nulla. Utilizzando invece un linguaggio
semplice e comunicativo, inserendo il testo filosofico all’interno
del dialogo e soprattutto contestualizzando i principi, la filosofia
diventa, nel libro, una scienza alla portata di tutti.
D:
Quale ruolo attribuisce alla filosofia nella società odierna? Crede
che il pensiero possa occupare ancora un posto privilegiato in una
contemporaneità che non concede soste per riflettere?
R:
Il non pensare è il segreto per consentire agli altri di
comandare sulla vita di ciascuno di noi. Comandare proprio nel senso
di indirizzare i nostri bisogni, i nostri valori verso ciò che non
siamo. E allora la sfida deve partire da ciascuno di noi: rottamiamo
ciò che siamo stati per costruire una nuova umanità.
D:
Entriamo nelle pagine del libro. Lei ha immaginato uno scenario molto
fantasioso: Socrate, 2400 anni dopo la morte, non è ancora riuscito
a varcare i cancelli del Paradiso per un disguido, per così dire,
tecnico. A un tratto incontra niente meno che San Pietro, con il
quale inizia a dialogare. Da dove è nata l’idea di questa
ambientazione?
R:
Era l’unica che mi consentiva di immaginare una riflessione sul
presente “guardando dall’alto”, con un certo distacco.
D:
Ha scelto un interlocutore non da poco. Perché proprio San Pietro?
R:
A San Pietro è stato affidato un compito importante,
quello di edificare una vera Chiesa. E la Chiesa in questi ultimi
anni non mi sembra abbia adempiuto ai suoi doveri e in parte la si
può considerare complice nella distruzione di riferimenti
chiari e forti.
D:
Una delle questioni più controverse
presentate nel libro è il ruolo della cristianità nel mondo...
R:
L’ammissione degli errori commessi
nel corso dei secoli da parte di Giovanni Paolo II è la prova
lampante delle responsabilità oggettive della Chiesa. Ma papa
Francesco ha riacceso in ciascuno di noi il sentimento ancora più
forte in grado di cambiare le cose: l’amore. Verso gli altri e
verso tutto ciò che ci circonda.
D:
Quali sono, brevemente, le altre questioni che ha voluto mettere in
risalto? Attenzione a non svelare troppo!
R:
Ce n’è per tutti: dalla scarsa organizzazione scolastica al ruolo
della televisione, dalla presunzione del sapere all’educazione
dei nostri giovani. Insomma uno smascheramento a 360 gradi dei mali
di questa società.
D:
Parliamo di un’altra scelta molto interessante, quella di
utilizzare inserti dei testi originali classici, che ha inglobato
nella narrazione...
R:
È uno degli elementi che aiuta il lettore a comprendere quanto sia
facile, bello e interessante appassionarsi alla lettura di un testo
filosofico. E mi sembra che l’operazione sia riuscita se è vero
che nel mio paese lo hanno letto persone “normali”:
dalla commessa del supermercato al carrozziere.
D:
Un romanzo breve, quindi, per avvicinare i lettori, piccoli e grandi
allo studio e all’amore per la filosofia. Sembra tanto che Socrate
non debba rimanere l’unico filosofo a essere scomodato dalla sua
penna..
R:
Ci sono tanti filosofi che si prestano a essere attualizzati e che
possono essere d’aiuto nella comprensione della retta via da
perseguire. Vedremo.
D:
Che spazio, occupa, secondo lei, la filosofia nelle biblioteche dei
lettori? C’è ancora spazio per la divulgazione filosofica nelle
librerie?
R:
Ancora poco. C’è ancora scetticismo. Ma la rivoluzione è appena
iniziata. Sono fiduciosa.
D: Non la disturbiamo oltre e la
ringraziamo per la bella chiacchierata. Per congedarci le chiediamo
di leggerci un passo del libro al quale è affezionata...
R:
Facciamo così. Il passo più bello lo scelgono i lettori... a me
piacciono tutti!
(L’intervista
è a cura di Matteo Sabato)