martedì 15 aprile 2014

Dal diario di Frank Iodice: 25 e 31 marzo 2014

Cari lettori,
ecco due note di viaggio di Frank! Il suo viaggio in Uruguay "alla ricerca della felicità" appassiona sempre più!

31 marzo – El Cuarteto del Amor

Oggi parliamo dell'amore, di quello vero e innocente che ci fa sorridere e ci è utile nella nostra ricerca della felicità. Nella camera accanto alla mia, come vi ho raccontato in qualche mia nota, Leticia e il suo fidanzato fanno colazione a letto e dormono sempre con le luci spente, mentre, nelle stanze di chi è lontano dalla sua casa le luci restano accese fino a tardi per scrivere il saggio sulla felicità e guardare il tempo che passa sulle pareti insieme alle zanzare schiacciate. Il fidanzato di Leticia si chiama Nicolas, è un ragazzo che ride sempre e a me la gente che ride piace molto di più di quella che non ride, non c'è niente di più bello di una risata, un'espressione della gioia con cui siamo nati e di cui quelli che non ridono vogliono privarci. Nico ha i capelli lunghi e ricci, come quelli di un personaggio dei cartoni animati, ha i tratti del volto delicati e lo sguardo sicuro di un uomo dolce e passionale, veste con abiti semplici, mangia molto miele, ed è un musicista, suona il clarinetto in un gruppo di Montevideo. Ma non si tratta di un gruppo qualsiasi, niente sesso droga e rock&roll! Il suo gruppo si chiama El Cuarteto del Amor!
Si tratta di quattro ragazzi che suonano per strada e consegnano amore a domicilio. Il cantante, Andrés Lazarof, figlio d'arte arrivato da Buenos Aires per seguire la sua ragazza, ha un'energia di quelle che trascinano le folle, il chitarrista e il violinista sembrano appartenere a un'altra epoca, portano scarpe con le ghette e la bombetta anni Cinquanta. Esiste ancora chi è disposto a pagare per una serenata?, vi chiederete voi. Ebbene sì! Le richieste che arrivano tutti i giorni sono numerose, Nico e i suoi amici sono richiesti in tutto il Paese! Una volta hanno suonato nella fontana della Facoltà di Architettura, inginocchiati nell'acqua, altre volte hanno inseguito una ragazza alla quale stavano dedicando una canzone fino alla fermata dell'autobus dimenticandosi il cappello in cui c'era il loro stipendio, a volte più grasso, altre più magro, ma dei soldi, a chi vive nel nostro mondo fantastico, non importa nulla, lo sappiamo.
La gente qui li adora, chiunque li conosce e sorride quando gli si chiede di intonare una delle loro canzoni, tutte divertenti. Ed è questa l'energia universale dell'amore, della quale parliamo noialtri mentre cerchiamo la felicità, quella forza generatrice che ci ha creato e ci mantiene in vita mentre cantiamo, Melón, melón, melón, melocotón, tengo una cosita para ti...



25 marzo – Il MEC e la zia Maria

Riprendo per stasera la forma diaristica che, benché dimostri senza remore tutti i miei sentimenti e mi metta a nudo di fronte a chiunque spulci tra le pagine del blog di Lupo Editore, mi permetterà di aggiornarvi sulle mie avventure a Montevideo, la città degli opposti e delle opportunità a portata delle mani libere.
Da pochi minuti si è conclusa la conferenza per il Piano Nazionale di Cultura, tenuta nella Sala Vilariño della Torre delle Telecomunicazioni, intitolata “Verso un Piano Nazionale di Cultura”, una conferenza diffusa in tutte le sedi dell'ANTEL di ogni capitale dipartimentale. Importanti esponenti della politica locale, come il Direttore Nazionale della Cultura, Hugo Achugar, e l'ex Ministro, Ticio Escobar, sono intervenuti apportando valore alla presentazione del Ministro alla Cultura e Educazione, Ricardo Ehrlich. Questa conferenza era diretta a tutti coloro che lavorano nella cultura del territorio nazionale, incluso quelli che portano avanti progetti con il MEC (Ministero Educazione e Cultura, ma questo ve l'ho già detto).
Anche io ho un progetto in corso con il MEC! Lei chi è? Sono Frank, quello del saggio sulla felicità. Ah, potevi dirlo prima! Adriana ti aspetta nel suo ufficio. Adriana è la signora dalla voce incantevole che assomiglia a mia zia Maria, veste sempre con colori morbidi e ha il profumo prezioso dell'Andalusia; quando le parlo della felicità le si illuminano sempre gli occhi, a volte ho avuto la presunzione di sentirmi un illuminatore di occhi!
Come procede il lavoro Francisco. Qui mi chiamano Francisco, ma a me piace. Sto lavorando alla parte in spagnolo, approfondendo le differenze tra il castillano e il rioplatense, intervistando gli anziani. Perché gli anziani? Perché sono scrigni di storie inascoltate, e poi perché mi piace parlare con i vecchietti, sono dolci. Ti ho detto già che mi ha telefonato il segretario? Il segretario personale del Presidente? Sì, lui, mi ha detto che a breve ti contatteranno, io gli ho ridato di nuovo i tuoi recapiti di Montevideo, tu intanto prepara il saggio in spagnolo se vuoi che il Presidente lo legga al più presto. Certo, torno a casa e continuo a tradurre.

Invece mi sono messo a scrivere questa nota di viaggio... Ho tutta la notte per il saggio, le cose belle si fanno sempre di notte, e, siccome di altre cose belle non posso occuparmi giacché sono in una sorta di ritiro spirituale del quale devo avervi già accennato, non mi resterà che lavorare al saggio sulla felicità.

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