Cari lettori,
ecco due note di viaggio di Frank! Il suo viaggio in Uruguay "alla ricerca della felicità" appassiona sempre più!
31
marzo – El Cuarteto del Amor
Oggi
parliamo dell'amore, di quello vero e innocente che ci fa sorridere e
ci è utile nella nostra ricerca della felicità. Nella camera
accanto alla mia, come vi ho raccontato in qualche mia nota, Leticia
e il suo fidanzato fanno colazione a letto e dormono sempre con le
luci spente, mentre, nelle stanze di chi è lontano dalla sua casa le
luci restano accese fino a tardi per scrivere il saggio sulla
felicità e guardare il tempo che passa sulle pareti insieme alle
zanzare schiacciate. Il fidanzato di Leticia si chiama Nicolas, è un
ragazzo che ride sempre e a me la gente che ride piace molto di più
di quella che non ride, non c'è niente di più bello di una risata,
un'espressione della gioia con cui siamo nati e di cui quelli che non
ridono vogliono privarci. Nico ha i capelli lunghi e ricci, come
quelli di un personaggio dei cartoni animati, ha i tratti del volto
delicati e lo sguardo sicuro di un uomo dolce e passionale, veste con
abiti semplici, mangia molto miele, ed è un musicista, suona il
clarinetto in un gruppo di Montevideo. Ma non si tratta di un gruppo
qualsiasi, niente sesso droga e rock&roll! Il suo gruppo si
chiama El Cuarteto del Amor!
Si
tratta di quattro ragazzi che suonano per strada e consegnano amore a
domicilio. Il cantante, Andrés Lazarof, figlio d'arte arrivato da
Buenos Aires per seguire la sua ragazza, ha un'energia di quelle che
trascinano le folle, il chitarrista e il violinista sembrano
appartenere a un'altra epoca, portano scarpe con le ghette e la
bombetta anni Cinquanta. Esiste ancora chi è disposto a pagare per
una serenata?, vi chiederete voi. Ebbene sì! Le richieste che
arrivano tutti i giorni sono numerose, Nico e i suoi amici sono
richiesti in tutto il Paese! Una volta hanno suonato nella fontana
della Facoltà di Architettura, inginocchiati nell'acqua, altre volte
hanno inseguito una ragazza alla quale stavano dedicando una canzone
fino alla fermata dell'autobus dimenticandosi il cappello in cui
c'era il loro stipendio, a volte più grasso, altre più magro, ma
dei soldi, a chi vive nel nostro mondo fantastico, non importa nulla,
lo sappiamo.
La
gente qui li adora, chiunque li conosce e sorride quando gli si
chiede di intonare una delle loro canzoni, tutte divertenti. Ed è
questa l'energia universale dell'amore, della quale parliamo noialtri
mentre cerchiamo la felicità, quella forza generatrice che ci ha
creato e ci mantiene in vita mentre cantiamo, Melón, melón,
melón, melocotón, tengo una cosita para ti...
25
marzo – Il MEC e la zia Maria
Riprendo
per stasera la forma diaristica che, benché dimostri senza remore
tutti i miei sentimenti e mi metta a nudo di fronte a chiunque spulci
tra le pagine del blog di Lupo Editore, mi permetterà di aggiornarvi
sulle mie avventure a Montevideo, la città degli opposti e delle
opportunità a portata delle mani libere.
Da
pochi minuti si è conclusa la conferenza per il Piano Nazionale di
Cultura, tenuta nella Sala Vilariño della Torre delle
Telecomunicazioni, intitolata “Verso un Piano Nazionale di
Cultura”, una conferenza diffusa in tutte le sedi dell'ANTEL di
ogni capitale dipartimentale. Importanti esponenti della politica
locale, come il Direttore Nazionale della Cultura, Hugo Achugar, e
l'ex Ministro, Ticio Escobar, sono intervenuti apportando valore alla
presentazione del Ministro alla Cultura e Educazione, Ricardo
Ehrlich. Questa conferenza era diretta a tutti coloro che lavorano
nella cultura del territorio nazionale, incluso quelli che portano
avanti progetti con il MEC (Ministero Educazione e Cultura, ma questo
ve l'ho già detto).
Anche
io ho un progetto in corso con il MEC! Lei chi è? Sono Frank, quello
del saggio sulla felicità. Ah, potevi dirlo prima! Adriana ti
aspetta nel suo ufficio. Adriana è la signora dalla voce incantevole
che assomiglia a mia zia Maria, veste sempre con colori morbidi e ha
il profumo prezioso dell'Andalusia; quando le parlo della felicità
le si illuminano sempre gli occhi, a volte ho avuto la presunzione di
sentirmi un illuminatore di occhi!
Come
procede il lavoro Francisco. Qui mi chiamano Francisco, ma a me
piace. Sto lavorando alla parte in spagnolo, approfondendo le
differenze tra il castillano e il rioplatense, intervistando gli
anziani. Perché gli anziani? Perché sono scrigni di storie
inascoltate, e poi perché mi piace parlare con i vecchietti, sono
dolci. Ti ho detto già che mi ha telefonato il segretario? Il
segretario personale del Presidente? Sì, lui, mi ha detto che a
breve ti contatteranno, io gli ho ridato di nuovo i tuoi recapiti di
Montevideo, tu intanto prepara il saggio in spagnolo se vuoi che il
Presidente lo legga al più presto. Certo, torno a casa e continuo a
tradurre.
Invece
mi sono messo a scrivere questa nota di viaggio... Ho tutta la notte
per il saggio, le cose belle si fanno sempre di notte, e, siccome di
altre cose belle non posso occuparmi giacché sono in una sorta di
ritiro spirituale del quale devo avervi già accennato, non mi
resterà che lavorare al saggio sulla felicità.
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