Il 27 marzo, Frank ci descrive la Bella Italia!
27
marzo – Bella Italia
Bella
Italia non è un complimento al nostro Paese d'origine, né il titolo
di una canzone d'amore, ma il nome di uno dei quartieri più popolari
di Montevideo, nella zona nord, una strada che dal Camino de
Maldonado si infila tra le case basse di lamiere e le montagne di
immondizia coperte di terra. Da lontano, le montagne dell'immondizia
sembrano colline verdi fiorite, ma sotto ci sono tonnellate di
rifiuti.
Ci
inoltriamo lungo il marciapiede distrutto, costeggiamo le fabbriche,
tra le poche di cui si vanta la città, una produce pane e biscotti,
un'altra prodotti farmaceutici distribuiti in tutto il paese. L'odore
del pane si mischia con quello delle medicine e mentre lo respiriamo
ci fa anche bene al raffreddore, sembra che in questo barrio gli
odori li decidiamo noi, tutto dipende da quello che abbiamo nella
testa.
Le
case sono per la maggior parte costruite da piccole imprese, il costo
medio per un fabbricato in cui vivono un paio di famiglie è di circa
cinque o seimila dollari. Per quanto riguarda le porte e le finestre,
ci si arrangia da soli, è questo lo spirito degli uruguayani: so
fare tutto da me, más o
menos.
Dietro
a una rete utilizzata per chiudere il proprio giardino, c'è una
famiglia che gioca sul prato giallo bruciato dal sole, due cagnetti
provano a fare l'amore, ma, come accade sempre, le loro taglie sono
troppo diverse, i bambini rotolano nella terra assieme ai cani. Non
si tratta di povertà, non mi sentirei di dire che questo lato della
città è povero, se pensiamo a cosa significa per un europeo essere
poveri. Anzi, se riflettiamo sulla futilità di tante cose delle
quali ci circondiamo nelle nostre belle case al quarto piano di
palazzi di cemento, forse, i veri poveri siamo proprio noi! Perché,
dopotutto, in un giardino creato con una rete metallica e quattro
sedie di plastica c'è una famiglia intera, mamma, papà, due
bambini, una nonna, che si rincorre e ride allegramente, mentre a
Nizza i miei vicini non fanno altro che urlare e sgridare i figli
quando si avvicinano troppo alla finestra. Forse la povertà non si
misura con il numero di polpette nei nostri piatti ma con il numero
di volte in cui ridiamo ogni giorno con i nostri bambini.
Nessun commento:
Posta un commento