Quelle che seguono sono due note di viaggio di Frank: il suo viaggio continua e i suoi lettori aumentano a dismisura!
23
aprile – Il ministro ha detto no, ma noi abbiamo scritto il nostro
saggio sulla felicità per la gente vera, quella che vive di
emozioni, non per lui... E ci scusiamo se il titolo di questa nota è
un po' lungo; anche se, per scusarci, è diventato ancora più lungo,
però quello che importa è che abbiamo chiarito già nel titolo che
del ministro e del ministero non ce ne importa un fico secco.
Come
vi dicevo qualche giorno fa in un'altra nota, il testo in spagnolo è
pressoché pronto, mentre quello in italiano necessita ancora un po'
di tempo per raffreddarsi ed essere rivisto a casa, con calma, quando
avrò digerito quest'intensa esperienza in Uruguay. Ciò nonostante,
l'ho fatto leggere già ai miei amici più intimi e alla parte della
famiglia che lo ha reputato interessante, e mi ha sorpreso una cosa
che oggi voglio condividere con voi: la nostra ricerca della felicità
coincide con la loro ricerca della felicità! Adesso, per esempio, vi
faccio leggere un'email della mia cara amica Meli, che viveva a Nizza
fino all'anno scorso e che forse rivedrò la settimana prossima a
Buenos Aires: le sue parole mi hanno ricordato la ragione per cui ho
scritto il saggio e tutti gli altri libri. Avevo appena parlato con
la cara Maria, l'impiegata del MEC, che si era scusata per non avermi
potuto aiutare, un testo scritto è troppo compromettente, mi aveva
detto, quelli del sesto piano non vogliono responsabilità, e io le
avevo spiegato che quella cavolo di dichiarazione l'aveva richiesta
lei e che a me non importava nulla di quello che pensava il ministro,
puoi tenere la copia aggiornata per te Maria-Adriana, non
preoccuparti, le avevo detto, ti ringrazio Francisco, auguro il
meglio a te e ai giovani pensatori del paese della filosofia per
il vostro progetto sulla felicità,
aveva risposto lei, quando mi è arrivata questa email della quale vi
ho parlato. Le email sono così, arrivano sempre quando devono
arrivare...
...Lo que estoy tratando de decir es que tu relato ha influenciado mucho
mi historia personal. Es decir, ya hace tiempo, te diría desde que
estaba en Niza, tengo ganas de trabajar de lo que realmente me gusta.
Entonces es una idea y un sentimiento que tengo desde hace tiempo y
ahora lo estoy poniendo en práctica. Y luego, llega tu ensayo,
acerca de la felicidad y debo decir que cada linea que leí, se ha
reflejado en cada idea que tengo en la cabeza, con respecto a la
felicidad. Todos esos pensamientos sobre la felicidad que se han
acumulado en mi cabeza desde hace años han sido leídos y reflejados
en tu ensayo. Es como si toda esta idea que tenía la hubiese visto
escrita por alguien que escribió acerca de esto. También he leído
libros o he visto películas al respecto, pero tu ensayo me ha
parecido un fragmento de sinceridad y de fiel relactación del
asunto. Por lo tanto, ha sido un placer leerlo y te agradezco mucho
que lo hayas compartido conmigo.
22
aprile – Riguardo al saggio sulla felicità
Recentemente
ho incontrato un anziano scrittore di origini italiane, il signor
Mario Bianchi – che non è un nome scelto a caso per mantenere
l'anonimato, come succede per quelli che si chiamano Mario Rossi, ma
è il suo vero nome – il quale ha fondato una specie di circolo di
autori uruguaiani, uno di quei club in cui tutti parlano di
letteratura togliendo del tempo prezioso alla letteratura stessa e
finendo perciò per diventare degli esperti di testi che però non
hanno più il tempo di scrivere. Questo al signor Mario Bianchi non
gliel'ho detto perché non ne ho avuto l'occasione; in genere è
meglio non offendere nessuno se non te lo chiede espressamente come,
purtroppo, è abituata a fare molta gente a cui piace essere offesa e
per questo ti obbliga a farlo quasi come se fosse un favore
personale, così diventi uno che offende e non te ne rendi neanche
conto, ti sembra quasi di essere uno che, al contrario, regala amore
al mondo intero, sparge fiori sui viali con parole musicali, e invece
stai offendendo i poveretti che hanno avuto la sfortuna di chiamarsi
Mario Rossi e non, per esempio, Giuseppe Verdi, come il musicista, o
Franco Neri, come l'attore del quale era segretamente innamorata mia
nonna.
Il
signor Bianchi, dunque, è uno scrittore, autore di numerosi testi,
soprattutto di poesie, belle poesie, in spagnolo e in portoghese, ha
lavorato a lungo a Buenos Aires e anche in Brasile. Se vi dovesse
capitare di leggere un suo libro, adesso sapete che l'autore è un
uomo vero e non si tratta di un anonimo sotto falso nome.
Il
club del signor Bianchi è in una piccola sala all'interno di una
stazione del tram in disuso, un posto caratteristico in cui si balla
anche il tango e si mangia parrilla tutti i giorni
tranne il lunedì, in calle San José. Dopo averlo conosciuto e aver
parlato con lui delle poesie, che secondo me non dovrebbero avere il
titolo e secondo lui sì, e che secondo me sono più belle se hanno
almeno qualche rima e secondo lui no, ho pensato che forse non era il
caso di fargli leggere il saggio sulla felicità, ma poi ho cambiato
idea perché i libri si scrivono per farli leggere a tutti e non
soltanto alla gente che ha i tuoi stessi gusti letterari. Domani
gliene parlo, gli ho già detto che il testo in italiano sarà
pubblicato dal mio editore e che abbiamo già un contratto, così non
gli vengono strane idee. Quando ti fregano le idee – e a fregartele
sono persino autori più vecchi e più affermati di te – impari a
tutelarti. Ecco un consiglio che possiamo dare a chi decide di
dedicare la sua vita a quest'attività. A quelli che invece scrivono
per hobby non mi sento di dare nessun consiglio, anzi, vorrei che
loro ne dessero a me perché non so proprio come si possa essere
capaci di dividersi in due, avvocati e scrittori, ingegneri e
scrittori, oppure medici e scrittori... Non vorrei divagare, ma
aggiungo soltanto che li invidio a morte perché io non ci riuscirei.
Volevo
parlare del saggio sulla felicità e mi sono perso nelle mie
divagazioni sentimentali. Riguardo al saggio, vorrei rivelarvi che in
realtà non si tratta di un vero saggio, io lo chiamo così e gli
altri hanno incominciato a chiamarlo così per colpa mia, ma il testo
è una fusione di alcune parole del Presidente Mujica, liberamente
tradotte dallo spagnolo, e quelle dei due protagonisti della storia.
Non posso rivelarvi di più, però vi prometto che presto ve lo
faremo leggere...
Potreste dirmi quando esce il romanzo di Frank Iodice? Il gruppo di lettura degli italiani a Nizza lo sta aspettando con ansia!!! Ele, Grazia e Giusy
RispondiEliminaLe api di ghiaccio uscirà i primi di giugno: manca poco ;)
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