Continuiamo a seguire Frank Iodice in Uruguay. Ecco una delle sue note di viaggio.
Tango per strada: 15 marzo
Mentre bevevo un caffè con leche in compagnia di Pablo Lopez,
un amico di un’amica che ho incontrato qui a Montevideo e che mi
mostrerà una zona in cui è meglio non andare da soli, la musica ha
iniziato a diffondersi lungo il marciapiede, attorno alle porte di
vetro del bar, come vento che entrava dappertutto. Alle nostre
spalle, l’acqua continuava a cadere sui lucchetti arrugginiti della
fontana, la moda del ponte vecchio, la moda degli innamorati, uguale
in ogni angolo del mondo. Sull’Avenida passavano gli ominibus e
qualche automobile vecchia, ancora qualche goccia superstite
dell’immensità di acqua caduta per tutta la notte, rumore di
secchi sbattuti sulla porta di casa e sui soffitti di vetro a
campana. I due ballerini si
chiamavano Cecilia e Mauro, si sono
esibiti sulla terrazza, il pavimento di legno avrebbe cigolato senza
il tango, ma il tango, si sa, cancella tutti i rumori, è prepotente
e ti obbliga a smettere qualsiasi attività. Lei indossava una gonna
di raso rosso che non era capace di nascondere le forme perfette
delle donne di qui, tutte perfette anche nella umana imperfezione,
capelli neri, legati allo stile flamenco spagnolo, guai se mi
sentisse, e una camicetta verde che teneva stretti due seni piccoli e
duri, per non farli volare via come colombe, lei, quindi, era una
ammaestratrice di colombe; lui aveva gli occhi delle persone buone,
portava un cappello francese e, giacché non troviamo gusto a
descrivere gli uomini, su di lui non diremo altro. I passanti si sono
fermati e i camerieri vestiti da donna, con gonne verdi e attillate,
hanno smesso di servire, immobili con i vassoi in mano, mentre la
coppia si toccava per finta ripetendo i movimenti precisi studiati
negli anni di strada: si guardavano senza gli occhi e si toccavano
senza mani, o almeno, questa era la mia impressione mentre il mio
stupido sandwich dolce con jamon y manzana diventava duro. Lo
stupore è come lo zucchero caldo: quando si indurisce non può
ritornare liquido.
Mi piace leggere il diario di Frank, le sue descrizione sono così realistiche che ti fanno pensare di essere lì con lui!
RispondiEliminaGrazie, ce ne saranno molti altri. Continua a seguirci!
EliminaGrazie per il tuo commento, e grazie alla redazione Lupo.
EliminaSe lo hai scritto perché speri di avere il numero di Cecilia Varela, sappi che per evitare tentazioni l'ho subito cancellato... Il tango è pericoloso, pericolosissimo!
Grazie a te, Frank!
Elimina