mercoledì 26 marzo 2014

Dal diario di Frank Iodice: 15 marzo 2014

Continuiamo a seguire Frank Iodice in Uruguay. Ecco una delle sue note di viaggio.

Tango per strada: 15 marzo

Mentre bevevo un caffè con leche in compagnia di Pablo Lopez, un amico di un’amica che ho incontrato qui a Montevideo e che mi mostrerà una zona in cui è meglio non andare da soli, la musica ha iniziato a diffondersi lungo il marciapiede, attorno alle porte di vetro del bar, come vento che entrava dappertutto. Alle nostre spalle, l’acqua continuava a cadere sui lucchetti arrugginiti della fontana, la moda del ponte vecchio, la moda degli innamorati, uguale in ogni angolo del mondo. Sull’Avenida passavano gli ominibus e qualche automobile vecchia, ancora qualche goccia superstite dell’immensità di acqua caduta per tutta la notte, rumore di secchi sbattuti sulla porta di casa e sui soffitti di vetro a campana. I due ballerini si
chiamavano Cecilia e Mauro, si sono esibiti sulla terrazza, il pavimento di legno avrebbe cigolato senza il tango, ma il tango, si sa, cancella tutti i rumori, è prepotente e ti obbliga a smettere qualsiasi attività. Lei indossava una gonna di raso rosso che non era capace di nascondere le forme perfette delle donne di qui, tutte perfette anche nella umana imperfezione, capelli neri, legati allo stile flamenco spagnolo, guai se mi sentisse, e una camicetta verde che teneva stretti due seni piccoli e duri, per non farli volare via come colombe, lei, quindi, era una ammaestratrice di colombe; lui aveva gli occhi delle persone buone, portava un cappello francese e, giacché non troviamo gusto a descrivere gli uomini, su di lui non diremo altro. I passanti si sono fermati e i camerieri vestiti da donna, con gonne verdi e attillate, hanno smesso di servire, immobili con i vassoi in mano, mentre la coppia si toccava per finta ripetendo i movimenti precisi studiati negli anni di strada: si guardavano senza gli occhi e si toccavano senza mani, o almeno, questa era la mia impressione mentre il mio stupido sandwich dolce con jamon y manzana diventava duro. Lo stupore è come lo zucchero caldo: quando si indurisce non può ritornare liquido.

4 commenti:

  1. Mi piace leggere il diario di Frank, le sue descrizione sono così realistiche che ti fanno pensare di essere lì con lui!

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    1. Grazie, ce ne saranno molti altri. Continua a seguirci!

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    2. Grazie per il tuo commento, e grazie alla redazione Lupo.
      Se lo hai scritto perché speri di avere il numero di Cecilia Varela, sappi che per evitare tentazioni l'ho subito cancellato... Il tango è pericoloso, pericolosissimo!

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