giovedì 20 marzo 2014

Dal diario di Frank Iodice: 12 Marzo 2014

Abbiamo rubato un'altra pagina al diario di viaggio che Frank Iodice sta scrivendo in Uruguay. Ve la regaliamo.
Si intitola

Accessibilità e democrazia fuori dall'Italia

La settimana scorsa, alla festa in onore della donna, presso la sala cerimoniale della Presidenza della Repubblica, accesso gratuito a tutti i cittadini, ho intravisto il ministro del MIDES (il Ministero per lo sviluppo sociale) Daniel Olasker, seduto in un angolo a chiacchierare con dei suoi colleghi. Due signore che stavano ballando lo hanno riconosciuto e gli si sono avvicinate. Questo mese non abbiamo ricevuto la pensione! gli hanno detto. E lui, ecco la differenza tra l'Uruguay e l'Italia, ha risposto loro: parliamone.

Credevo che si trattasse di un caso isolato e che nessuno potesse chiacchierare di quello che voleva con un ministro incontrato per caso. Ma mi sbagliavo perché la democrazia uruguayana è anche questo.
 
Mentre scrivo queste note ho un sorriso sulle labbra che neanche a quindici anni, dopo aver fatto l'amore per la prima volta, era tanto grande. È incredibile la visione democratica che accomuna la gente di questo paese. La segretaria della Presidenza, Cristina, della quale devo aver già parlato, oggi indossava un top meno scollato ma le sue forme potevano fare il giro della città e ritornare nella mia testa mentre tiravo l'aria discretamente per non vivere troppo quell'attimo di storia personale e mi ripetevo che rifiutarsi di vivere la propria storia è come rifiutarsi di vivere. Il nostro dossier era sulla scrivania, i colleghi, segretari, responsabili della stampa, assistenti dei vari ministri, sapevano chi ero e che cosa facevo lì. Francisco, Francisco, diceva la ragazza, la tua solicitud è davvero interessante! Nella mia mente si susseguivano le facce di Berlusconi, Letta, Estrosi, e tutti gli altri, che si sentono degli dei in terra e non sanno che dall'altra parte dell'oceano un uomo qualsiasi, con un paio di pantaloni di cotone e una maglietta della squadra di baseball di Menton, può entrare nella Segreteria della Presidenza della Repubblica e parlare della felicità.

Mujica è stato fuori per qualche giorno, si è scusata Cristina, io lo sapevo perché tutte le sere consulto il sito ufficiale della Presidencia del Uruguay, si è recato in Cile lunedì per incontrare la Presidentessa e parlare di Mercato sul Pacifico, la salvezza per i paesi latinoamericani. Qui non c'è Mercato, mi ripeteva Cristina mentre si scusava con me, si scusava a nome di Mujica perché non avevano ancora avuto il tempo di fissarmi un appuntamento! un appuntamento con uno sconosciuto qualsiasi, e aspettava in linea. Stava telefonando a lui? Può darsi! Mi si sono sciolte le mani, erano sudore nel quale navigavano le ossa.
Ma perché sto divagando così tanto e non vi ho detto subito che hanno accettato?! Non lo so, forse perché anche io, come tutti gli esseri umani, ho sempre un po' paura di essere felice e volevo posticipare il più possibile questo annuncio.
E se vi dicessi che lunedì pomeriggio mi richiameranno per fissare un appuntamento con lui, con il Presidente José Mujica, o con uno dei suoi assessori per discutere di persona dei dettagli? Ci credereste? Io lo racconterei volentieri a Napolitano o a Hollande!

Vi terrò aggiornati e appena avrò la data precisa vi chiederò di passare per la chiesa del vostro quartiere per accendere un lumino al vostro santo preferito, benché anche lui sia amico intimo dei nostri politici, e chiedergli di intercedere per me.

La cosa più importante è che possiamo proseguire con il saggio sulla felicità. Sono a pagina 23, mi tremano un po' le mani, ma cercherò di concentrarmi per proseguire...

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