Il
primo libro, che ha inaugurato la nuova collana Lupo Editore Bovary,
è della giovanissima Manuela Melissano con il suo "Alla ricerca
di un cuore".
Vi
presentiamo una recensione pubblicata su Oubliette Magazine il 21
marzo 2014.
Buona
lettura!
“Alla
ricerca di un cuore”, libro di Manuela Melissano:
un mosaico che si
compone tassello su tassello
Quando
si crea un’opera siffatta non si può che soffrire alla fine della
creazione; doloroso è tagliare il cordone ombelicale
che lega chi scrive alla sua creatura, ma si è anche a questa grati
per aver consentito al talento di manifestarsi. Per questo l’autrice,
Manuela Melissano, rivolge parole di cuore sincero a chi le ha
consentito di trovare la sua strada.
Elisa
è una giovane ventenne dalla vita appagante: una famiglia che la
ama, la nonna Nella, punto di riferimento, tanti amici, un ragazzo,
Lorenzo, un lavoro che la soddisfa pienamente in un centro sociale.
Eppure qualcosa le manca, un quid che le è ignoto, ma che la tiene
in precario equilibrio e in inquietudine. Certo perché una parte
della sua vita le è sconosciuta e questo mistero inconsapevolmente
la abita.
Un
giorno col cuore alla gola, come se fosse abitata da un inconscio che
preme e chiede di essere conosciuto, arriva trafelata in casa, va in
cantina alla ricerca della rete da ping pong per giocare in gara nel
centro sociale, si rende conto del grande disordine del locale, che è
la allegoria di quel quid incomprensibile che si porta dentro e parla
al suo posto. Come non pensare al Maestro Freud, per il quale lo
stato di disagio proviene dalla ignoranza del nostro inconscio che ci
abita e ci spinge verso i lapsus e gli atti mancati?
Così,
Elisa, in un freddo pomeriggio invernale , in cui non ha nulla da
fare, come seguendo un istinto irrazionale, pulsante, cogente decide
di mettere ordine nella cantina, cioè nei sotterranei della sua
anima e nuovi paesaggi sconvolgenti si profilano per lei. Aprendo
delle scatole, si trova davanti quella verità da cui la famiglia
l’aveva tenuta protetta: aveva un sorella, Elena, nata il nove
luglio del 1983. Le foto erano inequivocabili: la famiglia riunita
con in braccio una bimba e dietro la foto stampata la data; in
un’altra scatola le sue foto con la data 4 febbraio 1987, quindi
aveva una sorella di quattro anni più grande.
Di
qui parte la ricerca della verità in cui l’oggetto dell’indagine
coincide col soggetto che indaga: scoprire che fine abbia fatto la
sorella equivale a scoprire maieuticamente la sua verità, a capire
il perché di certe inquietudini e vuoti esistenziali, come se la
terra talora le franasse sotto i piedi, nonostante la generale
positività della sua esistenza. Tassello su tassello il mosaico si
ricompone e viene a conoscenza dalla viva voce dei genitori e di
nonna Nella che Elena è scomparsa quando ella era piccola, mentre si
trovavano in villeggiatura nel mare del Salento, terra di origine del
nonno, mentre la nonna è fiorentina.
L’occasione
è buona per un’ analessi per ricordare come i nonni si siano
incontrati, come i genitori, come fosse Elena bambina, come Elisa,
quale rapporto unisse le sorelle, un rapporto così intenso da
esserne la stessa madre gelosa. Il cuore di Elisa si è spezzato con
la scomparsa di Elena, una parte di vita le è sfuggita di mano, e
ora che conosce la verità come può far finta che nulla sia
accaduto? Come continuare a vivere senza il cuore? Come resistere
ancora con l’animo infranto? Elisa non ha scelta; i genitori e la
nonna si sono rassegnati, pur in un dolore che non cicatrizza mai, ma
lei no, non può, l’imperativo è categorico e non le dà pace:
deve mettersi sulle tracce di Elena e, indizi alla mano, verificare
se sia o meno morta e eventualmente dove sia. Riuscirà la nostra
eroina e trovare la sorella e quali strumenti adotterà per condurre
la sua indagine? Ai lettori, che auguro siano molti alla brava
scrittrice, il gusto di approdare alla verità.
Il
testo è apparentemente semplice e scorre via in un pomeriggio
piacevole, ma ad un’analisi più profonda è un bel testo che ne
contiene altri: la storia si Elisa che si intreccia e non si
intreccia con quella di Elena, l’amore dei loro genitori,
l’impressione di avercela fatta a costruirsi una vita, la gioia
della duplice maternità, poi il tracollo, la scomparsa di Elena,
omonima della zia materna morta ragazza per sclerosi multipla, la
disperazione, le indagini per ritrovarla, le illusioni e le
disillusioni della ricerca; poi, dopo dieci anni, la rassegnazione
che non cicatrizza ma dilania. Intanto le attenzioni iperprotettive
rivolte ad Elisa, dove si incuneano le sue insicurezze che si porta
dietro a vent’anni suonati.
Nel
frattempo la relazione dolcissima e costruttiva con Nonna Nella,
l’amore tra lei e il nonno pugliese, con una spaccato su questa
realtà a volte primitiva ed oscura, come in un piccolo paese del
Sud. Ma, soprattutto, l’opera mi sembra un viaggio di educazione
sentimentale con la consapevolezza sacrosanta che chi non conosce il
proprio passato è costretto a riviverlo: questo capita ad Elisa, che
è costretta dalla necessità interna a mettersi sulle tracce di
Elena, ma questo capita, in ambiti diversi e purtroppo talora affini,
a tutti noi che dai greci in poi ci portiamo dentro questa logica cui
non possiamo sottrarci: la conoscenza di noi stessi, per la quale ci
riappacifichiamo col nostro cuore e con quello altrui.
Un
bel libro adatto a tutte le età dai quattordici anni ai cento, agli
appassionati di psicologia e anche a quelli che amano il pathos di
una ricerca con un finale tutto da scoprire.
Written by Giovanna Albi
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