Parigi solo andata di Alice Guerrieri: recensione pubblicata su Recensionilibri.
Egregio Editore vi presenta:
LE
AVVENTURE FRANCESI DI LISA, “CERVELLO IN FUGA” ALL’ESTERO
Inviato
da Krauss il mag 3, 2014
Je
m’appelle Lisa, je suis une italienne…
Basta rispondere a un
annuncio per ritrovarsi, fresca di studi universitari, critico d’arte
in prova in una nota rivista francese? Strano ma vero, è stato
sufficiente per fare un bel salto dai giornaletti di classe nel
Salento a Le petit journal des Artes, Parigi. Perché proprio lei,
però? E solo con una mail? Comunque, l’occasione è da prendere al
volo, in “Parigi solo andata”, di Alice Guerrieri, Lupo editore
(Copertino di Lecce, dicembre 2013, 238 pag. 15 euro).
Via
dall’Italia, lontano dalle paturnie sentimentali dell’amica di
sempre, alla larga dalla storia “stanca e annoiata” con Alberto.
Destinazione la Ville Lumiere. Fantastico. Lo sarebbe di certo, se
qualche luce riuscisse a illuminare il quartiere che ospita il suo
monolocale. Non c’è traccia dei bagliori e lustrini di una
capitale del mondo, invece, intorno alla “pseudotopaia” che
accoglie la neo giornalista. Si ritrova in un minuscolo salotto o
forse cucina, al secondo piano di una palazzina un po’ scalcagnata,
caratteristica dello stile popolare francese. Unica consolazione, un
piatto di pasta, improbabile ma generoso. Lo trova nel fornetto,
sdraiato in una teglia, accompagnato da un biglietto: “Forse hai
nostalgia dell’Italia”. La cottura è più che al dente, gli
ingredienti sono decisamente troppi, senape compresa, ma ingerito a
digiuno è più che apprezzabile l’omaggio di una nuova collega,
Marion. E questo conduce all’universo del giornale, in Place de la
Nation. Settimo piano, ascensore guasto, un microcosmo popolato da
una fauna di tipi e soprattutto tipe speciali, una più dell’altra,
a cominciare da Elle, la direttrice, intellettuale col piglio da
sergente della Legione. I maschietti sono un capitolo a parte, anche
nella vita privata di Lisa Baldini. Il caporedattore, Jacques, è
robusto, logorroico, alterna fasi di depressione a momenti da gran
viveur. Ma a lei va a genio. Come Philippe, direttore editoriale,
alto, flemmatico, elegante, anche se un pizzico demodé col suo
guardaroba da vecchio conte scozzese. Si lega anche a lui.
Bistrot,
bois, brasserie, baguette. Tutto sommato procede l’integrazione
all’estero dell’ennesimo cervello italiano in fuga. A guastare
l’idillio tutto cuore e lavoro, pur condito di difficoltà
contingenti, interviene però una statuetta, un ricordino artistico
di Roma, comprato su una bancarella, ma usato in modo improprio, sul
cranio di un amico. Diventa l’arma di un delitto ed è un regalo
che la la ragazza ha fatto proprio alla vittima e partner …Infatti,
vira sul giallo la scoppiettante commedia, opera prima di una
brillante pugliese. Altrimenti come potrebbe materializzarsi la
figura del commissario Liguori? Niente a che fare col mitico Maigret
della Suretè, Giuseppe è italiano, napoletanissimo, bravo,
intelligente, simpaticamente tricolore e pur mettendo nel mirino la
bella Lisa, aiuta la divertente autrice ad aggiungere dinamiche
movimentate a un romanzo che scivola con grazia verso il noir,
restando comunque rosa, in modo mai banale, fatti i debiti conti.
Alice
Guerrieri, laureata in storia dell’arte, vive tra Otranto e Varese.
Lettrice appassionata fin da bambina e scrittrice creativa, si
interessa di arte, musica, cinema e fotografia.
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